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Sei stressato?

Lo stress è una risposta psicofisica naturale e può avere la funzione benefica di attivare risorse e guidarci alla risoluzione di problemi. Tuttavia, la frenesia delle nostre vite quotidiane può mettere a dura prova il nostro benessere. Fonti di stress  eccessive per intensità, o per durata nel tempo, possono compromettere il nostro equilibrio ed essere nocive a tal punto da portare ad un abbassamento delle nostre difese immunitarie.

Imparare a riconoscere lo stress è quindi molto importante, così come apprendere alcune strategie che ci permettono di fare un passo indietro e non essere travolti da ciò che accade.

Come riconoscere se sei stressato? Scopriamolo insieme!

Lo stress è la naturale risposta di allarme che l’organismo attiva davanti a un “pericolo”, preparandoci a recuperare risorse che possono risultare vitali in situazioni di pericolo.

Questa reazione è comune a uomini e animali e ha un forte valore evolutivo. Tuttavia tra la reazione dell’uomo e quella dell’animale c’è – ahinoi! – una bella differenza perché, se nel regno animale la reazione di allarme è innescata dalla presenza di qualche minaccia concreta per la vita, l’essere umano tende a reagire in questo modo anche se non c’è un pericolo reale. A questo si aggiunga il fatto che l’uomo è in grado di sviluppare una sorta di “adattamento” o resistenza allo stress. In altre parole, ci abituiamo a “re-stare” in uno stato di stress. E se la prima reazione di allarme è “salvifica”, la resistenza – al di là dell’apparenza – non lo è affatto, anzi! Protratta a lungo, infatti, essa innesca la fase di esaurimento. Le nostre risorse sono limitate e ad un certo punto, che lo si voglia o no, si esauriscono.

Quindi, investire per lunghi periodi le nostre naturali reazioni “salvifiche” dello stress, può intaccare seriamente il nostro benessere, compromettendo le risorse individuali.

Dunque, lo stress rappresenta una questione importante, cui è bene dare attenzione! Soprattutto nelle società occidentali moderne, questo utile strumento di “difesa” può diventare un modo di vivere dannoso, portando con sé difficoltà non indifferenti. Sono molti gli eventi che possono risultare stressanti, siano essi piacevoli (matrimonio, nascita di un figlio, nuovo lavoro), o spiacevoli (perdita di una persona cara, separazione, perdita del lavoro). Nell’era del Covid, oltre a questi eventi, sono divenute fonti di stress anche le limitazioni nei movimenti, il timore di contrarre il virus, l’adattamento forzato a nuove modalità di gestire il lavoro e la famiglia.

Ci capita spesso di dire che siamostressati’, ma non è sempre facile individuare i sintomi e possiamo rischiare di non ascoltare quei segnali che sono avvisi reali del problema.

Come riconoscere se sei stressato? I sintomi più frequenti possono essere:

fisici: mal di testa, mal di schiena, indigestione, tensione nel collo e nelle spalle, dolore allo stomaco, tachicardia, sudorazione delle mani, agitazione, problemi di sonno, stanchezza, capogiri, perdita di appetito

comportamentali: digrignare i denti, alimentazione compulsiva, atteggiamento critico verso gli altri, comportamenti prepotenti, difficoltà a portare a termine i compiti;

– emozionali: tensione, rabbia e irritabilità o scoppi di collera, nervosismo, ansia, pianto frequente, infelicità, senso di impotenza, predisposizione ad agitarsi,  comparsa di pensieri intrusivi, impossibilità a provare emozioni positive, incubi o sogni spiacevoli

cognitivi: difficoltà a pensare in maniera chiara, problemi nella presa di decisione, distrazione, preoccupazione costante, perdita del senso dell’umorismo, mancanza di creatività, difficoltà di concentrazione, ipervigilanza

Come porvi rimedio?

Con l’arte! Se sei stressato, un percorso di Counseling che utilizza tecniche, pratiche ed esercizi attinti dai processi creativi propri del teatro, della scrittura autobiografica o dell’arte figurativa, può risultare sorprendentemente efficace per recuperare la consapevolezza fondamentale per eliminare i sintomi e restituirti la possibilità di accedere alle tue risorse e ritrovare energia, equilibrio e benessere.

Portare attenzione al momento presente in modo curioso e non giudicante praticando rilassamento, respirazione addominale e manualità ci permette di “smontare” schemi invalidanti e limitanti. L’esperienza creativa e artistica  ha il potere di trasformare in modo duraturo l’esperienza individuale della sofferenza e dello stress, offrendo un’alternativa alle strategie orientate alla risoluzione dei problemi che sono profondamente radicate nella cultura occidentale. Riattivare la profonda relazione tra la mente e il corpo, come solo la dimensione creativa ci permette di fare,  costituisce la premessa fondamentale e spesso inaspettata nella sua efficacia, di connettere pensieri e salute.

Il senso dell’Arte nel percorso di Counseling

Come e perché il processo di creazione artistica agevola il lavoro su di sé 

La parola inglese Counseling è difficile da tradurre ed è forse questo il motivo per cui questa potente pratica di lavoro su di sé resta ancora poco conosciuta e compresa. Se cerchiamo la parola Counseling nel vocabolario inglese, i significati proposti, sono Consulenza e Consiglio; parole molto lontane dal rendere ciò che il percorso di Counseling è nella sua essenza.

Il Counseling, infatti, è una vera e propria Relazione d’aiuto, fondata su cinque principi fondamentali:

1. Il principio Teorico formulato da Karl Rogers, in base al quale ogni individuo ha in sé le risorse per superare le difficoltà

2. Il principio Etico, in base al quale il Cliente è il “motore principale” della propria crescita

3. Il principio Relazionale, in base al quale ogni individuo è unico e, di conseguenza, ogni percorso è progettato ad hoc 

4. Il principio Metodologico, in base al quale, durante il percorso, si utilizza un metodo attivo: usiamo esperienza e azione per attivare una trasformazione

5. Il principio Temporale, in base al quale il Counseling prevede un numero limitato di incontri, in quanto l’obiettivo è raggiungere l’autonomia del cliente, dandogli strumenti concreti che possa utilizzare anche autonomamente, una volta terminato il percorso

Qual è, dunque, il senso dell’Arte nei percorsi di Counseling? L’Arte è il più potente strumento di trasformazione: trasformazione della “materia”, ma soprattutto dell’individuo che fa arte. Se ci fermiamo a riflettere, scopriamo che il processo artistico e creativo, si fonda sugli stessi principi su cui si fonda il Counseling. Infatti l’artista:

1.       Ha in sé le risorse per creare

2.       È il “motore principale” del proprio atto creativo

3.       È unico e unica e irripetibile è la sua opera

4.       Crea attraverso l’azione e facendo esperienza della materia che trasforma: fa prove, bozzetti, scarta, ecc …

5.       Agisce in piena autonomia e in un tempo limitato (seppur a volte lungo è pur sempre limitato), in quanto agisce per portare a compimento la propria opera, di cui è il solo “responsabile creatore”

Ecco qual è il senso dell’Arte nei percorsi di Counseling: fondere il processo di crescita e di lavoro su di sé che il Counseling propone, con le tecniche e gli strumenti di cui la creazione artistica, nei sui vari ambiti (teatro, scrittura, disegno, collage, danza, ecc …), si avvale, attiva un concreto, dinamico e celere processo di trasformazione in grado di mettere l’individuo in profondo contatto con se stesso, con le proprie emozioni, con i propri desideri, ecc ... In una parola, attiva una nuova consapevolezza.

Avvalersi delle tecniche e degli strumenti propri della creazione artistica nel Counseling ci apre la possibilità di riconoscerci come “materia”, come la nostra personale e unica “materia”, da cui possiamo forgiare l’opera d’arte che siamo nella nostra essenza!

Smart Working: cosa ci ha insegnato?

L'uomo è al centro, tutto il resto è sfondo.
K.S. Stanislavskij 

L’Arte, fulcro del mio lavoro di Counselor, ci insegna che cambiamenti e trasformazioni portano sempre con sé effetti benefici. Tuttavia è naturale che inizialmente essi generino un certo disorientamento e necessitino di un tempo per essere accolti e resi reali portatori di benessere.

Lo smart working, forzatamente imposto dall’emergenza Covid, ha cambiato e per molti stravolto, le abitudini e i ritmi lavorativi. A più di tre mesi dall’inizio del lockdown, possiamo porci una domanda. Smart working: cosa ci ha insegnato?

Molti di noi hanno sicuramente potuto assaporare alcuni risvolti positivi del lavorare da casa. Abbiamo potuto trascorrere più tempo con i nostri figli e le nostre famiglie, abbiamo coltivato (in alcuni casi ritrovato) le relazioni personali, abbiamo cucinato e mangiato più sano e, seppur chiusi in casa, abbiamo riscoperto l’importanza di fare esercizio fisico.

Tuttavia, accanto a questi valori ritrovati, anche gli aspetti negativi hanno cominciano a farsi sentire. Lo stress, già presenza costante delle nostre vite pre-pandemia, ha continuato a manifestarsi, ma forse in maniera diversa. L’abbiamo percepito come la sensazione (spesso reale) di lavorare di più, come preoccupazione per il futuro e come perdita del confine tra il tempo del lavoro e il tempo libero. Ci siamo scoperti incapaci di “staccare”, ansiosi di rispondere più velocemente e desiderosi di essere costantemente disponibili.

Inoltre, si sono manifestati sintomi nuovi, come la difficoltà a dormire bene, l’ansia e la mancanza di concentrazione; segnali altrettanto comuni, cui è importante dare ascolto e dai quali imparare che è necessario investire del tempo anche per curare il nostro benessere emotivo e psicologico, tanto quanto la nostra salute fisica.

Se prima della pandemia tempo e risorse per prendersi cura di sé erano spesso posposti ad attività falsamente prioritarie, questa inaspettata esperienza ci ha insegnato quanto sia importante occuparsi costantemente e regolarmente del nostro equilibrio psicofisico per non arrivare a  provare un senso di burnout.

Il lavoro da casa e, fino a poche settimane fa, l’impossibilità di uscire ci ha obbligato a una ridefinizione repentina degli equilibri tra lavoro, famiglia e tempo libero. L’organizzazione del lavoro prima della pandemia consentiva di evadere, segnava chiaramente spazi distinti tra gli ambienti di vita. Questa possibilità ci è venuta a mancare, costringendoci al confronto costante con isolamento o relazioni troppo ravvicinate, portando quindi con sé la difficoltà di definire un soddisfacente equilibrio tra spazi di lavoro e di vita privata.

È naturale che questa  novità ci faccia sentire smarriti e frastornati, tuttavia è altrettanto cruciale sfruttare il ritrovato contatto con se stessi per imparare ad ascoltarsi e ripensare emozioni, ansie e paure. E, dunque, lo Smart working: cosa ci ha insegnato?

Il miglior insegnamento che possiamo trarre da questa esperienza è la necessità di prenderci cura di noi stessi, con costanza e dedizione; la necessità di prepararci a saper accogliere le nostre emozioni, quali ansia e paura, e di acquisire strumenti e capacità di trasformare qualsivoglia “intoppo” che la vita ci possa mettere sulla strada, per tutelare il nostro benessere e la nostra armonia nel quotidiano.

Silenzio: scoprirlo o fuggirlo?  L’arte del silenzio dal teatro alle nostre case

Le parole hanno il potere di distruggere e di creare.

Quando le parole sono sincere e gentili

possono cambiare il mondo.

Buddha

Abbiamo vissuto un tempo, quello del Coronavirus Fase 1, in cui il silenzio è tornato a imporsi. Forzatamente e inaspettatamente. Non più i rumori del traffico, non più i rumori degli aerei che solcano il cielo, non più il vociare cui eravamo abituati frequentando bar, locali, ristoranti e uffici.

Silenzio: scoprirlo o fuggirlo? Qualcuno, nei due mesi di “fermo”, ha riscoperto il silenzio notando ed apprezzando come si potesse sentire il rumore del vento, il battito d’ali degli insetti o il canto degli uccellini; ma sono tanti quelli che questo silenzio lo hanno temuto e lo temono. Il silenzio disorienta, ci mette di fronte a un vuoto che ci spaventa, cui non siamo avvezzi. E allora meglio fuggirlo: chi tuffandosi ininterrottamente nella rete, chi affannandosi a colmare questo vuoto e a soffocare il silenzio con video, call, webinair, dirette social e chi più ne ha più ne metta; senza accorgerci di quale preziosa occasione stiamo perdendo.

Silenzio: scoprirlo o fuggirlo? Le parole sono importanti, ma spesso, facendone un uso spropositato, è inevitabile renderle inutili e insignificanti. Parlare e scrivere sempre, di tutto e di tutti, con tutti i mezzi possibili (social, call, chat, ecc..) ci fa perdere una inimmaginabile quantità di energia. Ma perché non riusciamo a farne a meno? Perché le chiacchiere, i giudizi, le lamentele e le critiche non sono altro che “strategie”, di cui spesso non siamo consapevoli, che la nostra mente mette in atto per riempire un vuoto che sta dentro di noi, che invece di riempire in modo bulimico e vorticoso, faremmo bene ad accogliere e trasformare.

Seppur in modo forzato, la tragedia del Coronavirus ci ha restituito questa opportunità: riscoprire il silenzio e tornare a sentire quel vuoto e, senza affannarci a riempirlo, provare a non temerlo, ma ad abbracciarlo, curiosi di scoprire a quale nuova via ci può condurre.

Parlare di meno ed ascoltare, ascoltarci di più è un esercizio che tutti dovremmo praticare quotidianamente. Ma ovviamente è tutt’altro che facile! Come possiamo esercitare il silenzio?

Ci sono luoghi in cui riusciamo a stare in contatto con il silenzio almeno un po’ e più facilmente. Uno di questi luoghi è il teatro. Quando, da spettatori, entriamo a teatro facciamo silenzio e lo esigiamo dagli altri. Se ciò non avviene, non esitiamo a richiamarlo con decisione.

Ecco perché, attingere alle tecniche attoriali è un modo creativo, attivo e molto efficace per esercitarsi al silenzio consapevole. Scegliamo un qualunque momento della giornata (ad esempio al mattino appena svegli, dopo pranzo o durante la cena) e stiamo in assoluto silenzio, verificando l’effetto che ci fa. È stato facile? Faticoso? È successo qualcosa che ci ha sorpreso (ad esempio un gesto o uno sguardo da parte di un familiare che era lì accanto a noi)?.

Stare in silenzio è un esercizio difficile per noi uomini contemporanei. L’attore compie una lunga preparazione per riuscire a conviverci e ciascuno di noi può esercitarsi nella stessa opera di autoeducazione: dobbiamo imparare ad essere presenti, centrati, consapevoli, dobbiamo accogliere i nostri vissuti più bui (come la rabbia, il dolore, la fatica) e considerarli come guide del nostro cammino, in grado di farci evolvere e migliorare. Solo così potremo sentire delinearsi in noi, e poi uscire, parole vere e consapevoli. Le parole necessarie che ci renderanno anche più chiari e capaci di ascoltare e far ascoltare agli altri la nostra voce. La nostra voce autentica!

L’Arte fa bene?

Ebbene sì, l’Arte fa bene! E questo è ormai riconosciuto e scientificamente provato. Ma come l’espressione artistica giova alla nostra salute? Scopriamolo insieme!

L’Arte ha la capacità di ispirarci e farci vedere eventi e situazioni da una prospettiva diversa. Ecco perché può essere un valido aiuto per farci prendere consapevolezza e migliorare la nostra vita, facendoci persino scoprire qualcosa di noi stessi che non conoscevamo.

L’espressione artistica ci dà la possibilità e la capacità di comunicare pensieri, idee o paure che ci risulta difficile, se non impossibile, esprimere a parole. Utilizzare l’arte nella relazione d’aiuto, quindi, attiva una forma creativa di auto-espressione, che può essere un passo importante nel cammino verso l’equilibrio e l’armonia del nostro quotidiano.

L’Arte fa bene alla salute, dunque, e i benefici che se ne ricavano nei percorsi di Art Counseling sono davvero numerosi. Qualche esempio?

Migliora le abilità comunicative: l’Arte fa bene perché favorisce l’espressione di sé e aiuta a sviluppare abilità comunicative

Aumenta l’autostima: l’Arte fa bene perché sviluppa fiducia e abilità, rendendoci protagonisti del nostro cambiamento

Migliora l’autogestione: l’Arte fa bene perché allena la capacità di concentrarsi, apprezzare l’auto-disciplina e vivere una vita sana

Migliora le abilità di risoluzione dei problemi: l’Arte fa bene perché ci abitua a cercare soluzioni differenti, aprendo la mente alla creatività e all’autonomia

Riduce lo stress: l’Arte fa bene perché aiuta a convertire l’energia negativa in abitudini positive, rendendoci capaci di far fronte agli stressanti ritmi quotidiani

Attenua i sintomi: l’Arte fa bene perché, favorendo il rilassamento e aumentando i livelli di concentrazione e consapevolezza, agisce anche sui sintomi fisici legati a blocchi emotivi e mentali

Fornisce una distrazione positiva: l’Arte fa bene perché aiuta a concentrarsi sull’azione del fare, del creare, mantenendo la mente lontana da pensieri negativi o invalidanti

Allevia i sintomi della depressione: l’Arte fa bene perché favorisce la positività e fornisce qualcosa per cui guardare avanti ogni giorno

Blocca i traumi passati: l’Arte fa bene perché, ci permette di esprimere i nostri sentimenti su eventi dolorosi ed esperienze traumatiche

E potremmo andare avanti ancora! Ma per ora ci fermiamo qui … Insomma l’Arte fa bene, fa bene perché ci restituisce il pieno potere su noi stessi, sulla nostra vita e sulle nostre scelte; perché ci fa sentire liberi e capaci di essere i veri protagonisti della nostra esistenza; perché ci rimette al centro di noi stessi e ci dona, attraverso pratiche e strumenti concreti, autonomia e piena possibilità e capacità di fare di noi stessi la nostra migliore opera d’arte!

Corona Virus, nemico invisibile, ci pone di fronte a incertezze e paure - Come affrontarle?

... gli uomini vanno ad ammirare le vette dei monti, le onde enormi del mare,
le correnti amplissime dei fiumi, la circonferenza dell’oceano,
le orbite degli astri, mentre trascurano se stessi.
Sant’Agostino

Ansia, Incertezza, Paura, Insonnia,
Pensieri ricorrenti,
Incapacità di gestire il Tempo 

Cari amici,

molti di voi, nei giorni e nelle settimane passate, hanno condiviso con me sintomi, emozioni e preoccupazioni insorti in seguito alla situazione in cui ci siamo trovati catapultati all'improvviso.

Il nemico invisibile vi ha colti impreparati? La rete prolifica di suggerimenti, indicazioni e pratiche da attivare.

Ma ciascuno di noi è un unicum e questa unicità va ascoltata e rispettata!
Il lavoro su di sé chiama a fermarsi, a sostare (so-stare) e connettersi con le proprie percezioni profonde, che sono uniche, personali, irripetibili e, soprattutto, reali. Reali e differenti per ciascuno di noi.

Il mio lavoro e le mie pratiche si fondano sulla relazione, relazione che la "rete collettiva" disperde, rischiando di confondere se non, addirittura, nuocere. Per questo non troverete i miei suggerimenti e le mie tecniche on line. In rete, non ci sono i miei tutorial su come respirare, rilassarvi o zittire i pensieri negativi che sovrastano la vostra mente.

Tuttavia, lavorare insieme è comunque possibile e ugualmente efficace!
Come?
In una relazione one to one, senza venire meno all'etica e al setting necessari alla relazione d'aiuto, avvalendoci delle tecnologie disponibili (Skype, Zoom, Videochiamate), con un percorso individuale (Counseling o Scrittura Autobiografica) che dia un supporto concreto e mirato, in un momento di disorientamento e difficoltà esistenziale.

Contattami e sarò felice di trovare insieme a te, in un primo colloquio conoscitivo e gratuito, la strada e il modo migliori per accompagnarti ad affrontare e superare questo momento.

Quanti sanno realmente cos’è il Counseling e a cosa serve?  Scopriamolo insieme!

Per spiegare in pochissime e semplici parole cosa sia il Counseling, potremmo dire che è la relazione d’aiuto che ha come obiettivo rendere migliore la qualità della vita delle persone, lavorando sul profondo dell’individuo.

Le tecniche di Counseling  favoriscono l’assunzione di atteggiamenti proattivi e propositivi da parte degli individui, esaltando e valorizzando i punti di forza e le attitudini personali, nonché tirando fuori da ognuno la propria capacità di scelta e di cambiamento; contrastando così pessimismo, bassa autostima, sfiducia e scoraggiamento.

L’obiettivo principale che si propongono le attività di Counseling è di consentire all’individuo di superare momentanei periodi di difficoltà che possono essere determinati da momenti di passaggio e di cambiamento, stati di crisi personale o famigliare, processi evolutivi, ecc ...

Tutti noi, durante il corso dell’esistenza, attraversiamo fasi di difficoltà che possono mettere in discussione la nostra fiducia in noi stessi. Si pensi alla perdita improvvisa del lavoro o, addirittura, di una persona cara; oppure una forte ferita emotiva in famiglia, relazioni complesse e conflittuali, ecc ….

Sono molti gli effetti positivi del Counseling e in particolare con queste tecniche possiamo:

·         migliorare le nostre competenze di comunicazione e di relazione con gli altri;

·         maturare e sviluppare una maggiore e più profonda conoscenza di noi stessi;

·         acquisire una maggiore capacità di gestire lo stress;

·         superare e lasciarsi alle spalle dei periodi transitori di difficoltà;

·         mettere da parte problematiche che non abbiano carattere di patologie psichiche;

·         maturare una maggiore capacità di assumere decisioni consapevoli.

 

Il Counselor, esperto delle relazioni di aiuto, utilizza tutta la sua abilità per spronare l’individuo che si è rivolto a lui a conoscere meglio e più nel profondo sé stesso, attraverso percorsi che possiamo definire di autoesplorazione e un’autoanalisi approfondite.

Le persone, molto spesso, hanno molte risorse dentro di loro, ma non riescono ad esprimerle. Lo scopo del Counselor è proprio quello di sviluppare nel cliente una forte determinazione che passa necessariamente per la consapevolezza delle proprie capacità. Solo così l’individuo potrà trovare da solo le risposte ai propri problemi.

Il Counselor è la figura giusta per dare risposta a due dei principali bisogni che ha l’uomo contemporaneo: il bisogno di essere compreso ed ascoltato.

In particolare, il Counselor può supportare in svariate situazioni e ambiti.

Scuola: adolescenti, giovani, genitori o insegnanti;

Sanità: pazienti, care givers, medici e infermieri

Famiglia: coppie, genitori/figli

Sociale: disagio sociale derivante dalla crisi dell’individuo (associazioni, cooperative, carceri, ecc …)

Lo sguardo nascosto - Week end intensivo di Teatroterapia e Fotografia

Come mi trasformo quando rido? Come mi vedono gli altri quando piango? E quando mi arrabbio? Quali espressioni assume il mio viso e quali posture prende il mio corpo quando sono sorpreso, impaurito, vergognoso, geloso, invidioso?

Spesso è il nostro stesso sguardo, quello più impietoso verso noi stessi. Ed è uno sguardo che non conosciamo, che non vediamo, ma che abbiamo dentro. E la sua voce è più forte, più presente di quanto immaginiamo. Spesso e volentieri è una voce che ci frena, che ci redarguisce, che ci limita e ci fa sentire inadeguati.

Un week end intensivo in cui il lavoro su di sé, veicolato attraverso le tecniche teatrali, si fonde al prezioso sguardo dell’obiettivo della camera, per restituirci la vera immagine di noi. La scopriremo, la osserveremo, ci commuoveremo e ne rideremo, ci giocheremo insieme, per prendere sempre maggiore consapevolezza della nostra autenticità, del nostro valore e delle risorse personali che ci rendono unici!

Condotto da Maria Chiara Signorini e Serena Groppelli

Quando: 7/8 dicembre - dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 14.00 alle 18.00

Dove: c/o Agriturismo Agronauta loc. Vezzanino str. Montecanino 7 - Piozzano (Pc)

Info e iscrizionimcs@mariachiarasignorini.it - 335-5476699 o serena@effetrefotostudio.com - 347-8296543

Quota di partecipazione: € 280,00

Auto Bio Grafia - Laboratorio di Scrittura di Sé e Grafologia

La Scrittura di Sé è la più antica pratica di attenzione alla propria interiorità. L’ormai quasi perduto gesto di scrivere con carta e penna, ci restituisce la possibilità di dedicare del tempo a noi stessi, ci permette di indagarci e di riflettere sulla nostra esistenza, aprendoci a scoperte, a volte, sorprendenti!

Auto Bio Grafia è un viaggio in sei tappe in cui la Scrittura di Sé nascerà in modo impulsivo e divertente, sollecitata da giochi, immagini, musica, poesie e letteratura. Durante il percorso, l’ascolto di Sé, che la scrittura genera spontaneamente, sarà supportato e rafforzato dallo sguardo grafologico sul nostro tratto.

La pagina scritta diverrà, così, un potente strumento che ci restituirà il ruolo di autori, protagonisti e personaggi dei nostri vissuti, donandoci maggiore consapevolezza e armonia interiore.

Condotto da Maria Chiara Signorini e Clara Maria Amadio

Quando: 9 e 23 febbraio – 8 e 29 marzo – 19 aprile – 17 maggio – dalle 10.00 alle 13.00

Dove: c/o “Il centro Olistico” Via Ca’ Bianca 34/bis, 20152 - Busto Arsizio

Info e iscrizioni: mcs@mariachiarasignorini.it - 335-5476699 o claragrafologa11@gmail.com  - 349-6620445

Quota di partecipazione: € 220,00


 


 


le Parole Necessarie - 12/13 ottobre 2019 - Laboratorio

Week end all'insegna del silenzio per rigenerarci e prenderci cura di noi stessi

Condotto da Maria Chiara Signorini

   C'erano cose che volevo dirgli.

Ma sapevo che gli avrebbero fatto male.

Così le seppellii e lasciai che facessero male a me.

Jonathan Safran Foer, Molto forte, incredibilmente vicino

 Quante volte percepiamo che le nostre parole restino inascoltate oppure incomprese? E quante volte restano addirittura non dette? O ne facciamo uscire a fiumi, senza però riuscire a comunicare come vorremmo il nostro sentire; o restiamo attoniti e silenti senza riuscire a pronunciarle. In ogni caso, ci assale la frustrazione e pensiamo quella cosa mi è rimasta qui! mentre la nostra mano va istintivamente alla gola.

Che siano le parole per esprimere il nostro amore, per sfogare la nostra rabbia, per confessare la nostra paura o esternare la nostra tristezza, le parole necessarie, a volte, proprio non le troviamo!

Un week end intensivo di Counseling Teatrale di Gruppo (Teatroterapia) in cui, attingendo alle pratiche dell’arte dell’attore, ci immergeremo nel silenzio; per ascoltarlo, osservarlo, capirlo. E proprio dal silenzio faremo poi emergere le parole necessarie; quelle poche parole sedimentate nel nostro intimo, che mai riusciamo a far emergere. E scopriremo come dirle, affinché vengano sentite e comprese da noi stessi e dagli altri.

Quando: 12 e 13 ottobre 2019 - dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 14.00 alle 17.00

Dove: Via Pirandello, 2 - Milano

Info: mcs@mariachiarasignorini.it - 335-5476699

Iscrizionihttp://www.mariachiarasignorini.it/counselor/modulo-richiesta-contatto

Quota di partecipazione: € 160,00