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Sei stressato?

Lo stress è una risposta psicofisica naturale e può avere la funzione benefica di attivare risorse e guidarci alla risoluzione di problemi. Tuttavia, la frenesia delle nostre vite quotidiane può mettere a dura prova il nostro benessere. Fonti di stress  eccessive per intensità, o per durata nel tempo, possono compromettere il nostro equilibrio ed essere nocive a tal punto da portare ad un abbassamento delle nostre difese immunitarie.

Imparare a riconoscere lo stress è quindi molto importante, così come apprendere alcune strategie che ci permettono di fare un passo indietro e non essere travolti da ciò che accade.

Come riconoscere se sei stressato? Scopriamolo insieme!

Lo stress è la naturale risposta di allarme che l’organismo attiva davanti a un “pericolo”, preparandoci a recuperare risorse che possono risultare vitali in situazioni di pericolo.

Questa reazione è comune a uomini e animali e ha un forte valore evolutivo. Tuttavia tra la reazione dell’uomo e quella dell’animale c’è – ahinoi! – una bella differenza perché, se nel regno animale la reazione di allarme è innescata dalla presenza di qualche minaccia concreta per la vita, l’essere umano tende a reagire in questo modo anche se non c’è un pericolo reale. A questo si aggiunga il fatto che l’uomo è in grado di sviluppare una sorta di “adattamento” o resistenza allo stress. In altre parole, ci abituiamo a “re-stare” in uno stato di stress. E se la prima reazione di allarme è “salvifica”, la resistenza – al di là dell’apparenza – non lo è affatto, anzi! Protratta a lungo, infatti, essa innesca la fase di esaurimento. Le nostre risorse sono limitate e ad un certo punto, che lo si voglia o no, si esauriscono.

Quindi, investire per lunghi periodi le nostre naturali reazioni “salvifiche” dello stress, può intaccare seriamente il nostro benessere, compromettendo le risorse individuali.

Dunque, lo stress rappresenta una questione importante, cui è bene dare attenzione! Soprattutto nelle società occidentali moderne, questo utile strumento di “difesa” può diventare un modo di vivere dannoso, portando con sé difficoltà non indifferenti. Sono molti gli eventi che possono risultare stressanti, siano essi piacevoli (matrimonio, nascita di un figlio, nuovo lavoro), o spiacevoli (perdita di una persona cara, separazione, perdita del lavoro). Nell’era del Covid, oltre a questi eventi, sono divenute fonti di stress anche le limitazioni nei movimenti, il timore di contrarre il virus, l’adattamento forzato a nuove modalità di gestire il lavoro e la famiglia.

Ci capita spesso di dire che siamostressati’, ma non è sempre facile individuare i sintomi e possiamo rischiare di non ascoltare quei segnali che sono avvisi reali del problema.

Come riconoscere se sei stressato? I sintomi più frequenti possono essere:

fisici: mal di testa, mal di schiena, indigestione, tensione nel collo e nelle spalle, dolore allo stomaco, tachicardia, sudorazione delle mani, agitazione, problemi di sonno, stanchezza, capogiri, perdita di appetito

comportamentali: digrignare i denti, alimentazione compulsiva, atteggiamento critico verso gli altri, comportamenti prepotenti, difficoltà a portare a termine i compiti;

– emozionali: tensione, rabbia e irritabilità o scoppi di collera, nervosismo, ansia, pianto frequente, infelicità, senso di impotenza, predisposizione ad agitarsi,  comparsa di pensieri intrusivi, impossibilità a provare emozioni positive, incubi o sogni spiacevoli

cognitivi: difficoltà a pensare in maniera chiara, problemi nella presa di decisione, distrazione, preoccupazione costante, perdita del senso dell’umorismo, mancanza di creatività, difficoltà di concentrazione, ipervigilanza

Come porvi rimedio?

Con l’arte! Se sei stressato, un percorso di Counseling che utilizza tecniche, pratiche ed esercizi attinti dai processi creativi propri del teatro, della scrittura autobiografica o dell’arte figurativa, può risultare sorprendentemente efficace per recuperare la consapevolezza fondamentale per eliminare i sintomi e restituirti la possibilità di accedere alle tue risorse e ritrovare energia, equilibrio e benessere.

Portare attenzione al momento presente in modo curioso e non giudicante praticando rilassamento, respirazione addominale e manualità ci permette di “smontare” schemi invalidanti e limitanti. L’esperienza creativa e artistica  ha il potere di trasformare in modo duraturo l’esperienza individuale della sofferenza e dello stress, offrendo un’alternativa alle strategie orientate alla risoluzione dei problemi che sono profondamente radicate nella cultura occidentale. Riattivare la profonda relazione tra la mente e il corpo, come solo la dimensione creativa ci permette di fare,  costituisce la premessa fondamentale e spesso inaspettata nella sua efficacia, di connettere pensieri e salute.

Smart Working: cosa ci ha insegnato?

L'uomo è al centro, tutto il resto è sfondo.
K.S. Stanislavskij 

L’Arte, fulcro del mio lavoro di Counselor, ci insegna che cambiamenti e trasformazioni portano sempre con sé effetti benefici. Tuttavia è naturale che inizialmente essi generino un certo disorientamento e necessitino di un tempo per essere accolti e resi reali portatori di benessere.

Lo smart working, forzatamente imposto dall’emergenza Covid, ha cambiato e per molti stravolto, le abitudini e i ritmi lavorativi. A più di tre mesi dall’inizio del lockdown, possiamo porci una domanda. Smart working: cosa ci ha insegnato?

Molti di noi hanno sicuramente potuto assaporare alcuni risvolti positivi del lavorare da casa. Abbiamo potuto trascorrere più tempo con i nostri figli e le nostre famiglie, abbiamo coltivato (in alcuni casi ritrovato) le relazioni personali, abbiamo cucinato e mangiato più sano e, seppur chiusi in casa, abbiamo riscoperto l’importanza di fare esercizio fisico.

Tuttavia, accanto a questi valori ritrovati, anche gli aspetti negativi hanno cominciano a farsi sentire. Lo stress, già presenza costante delle nostre vite pre-pandemia, ha continuato a manifestarsi, ma forse in maniera diversa. L’abbiamo percepito come la sensazione (spesso reale) di lavorare di più, come preoccupazione per il futuro e come perdita del confine tra il tempo del lavoro e il tempo libero. Ci siamo scoperti incapaci di “staccare”, ansiosi di rispondere più velocemente e desiderosi di essere costantemente disponibili.

Inoltre, si sono manifestati sintomi nuovi, come la difficoltà a dormire bene, l’ansia e la mancanza di concentrazione; segnali altrettanto comuni, cui è importante dare ascolto e dai quali imparare che è necessario investire del tempo anche per curare il nostro benessere emotivo e psicologico, tanto quanto la nostra salute fisica.

Se prima della pandemia tempo e risorse per prendersi cura di sé erano spesso posposti ad attività falsamente prioritarie, questa inaspettata esperienza ci ha insegnato quanto sia importante occuparsi costantemente e regolarmente del nostro equilibrio psicofisico per non arrivare a  provare un senso di burnout.

Il lavoro da casa e, fino a poche settimane fa, l’impossibilità di uscire ci ha obbligato a una ridefinizione repentina degli equilibri tra lavoro, famiglia e tempo libero. L’organizzazione del lavoro prima della pandemia consentiva di evadere, segnava chiaramente spazi distinti tra gli ambienti di vita. Questa possibilità ci è venuta a mancare, costringendoci al confronto costante con isolamento o relazioni troppo ravvicinate, portando quindi con sé la difficoltà di definire un soddisfacente equilibrio tra spazi di lavoro e di vita privata.

È naturale che questa  novità ci faccia sentire smarriti e frastornati, tuttavia è altrettanto cruciale sfruttare il ritrovato contatto con se stessi per imparare ad ascoltarsi e ripensare emozioni, ansie e paure. E, dunque, lo Smart working: cosa ci ha insegnato?

Il miglior insegnamento che possiamo trarre da questa esperienza è la necessità di prenderci cura di noi stessi, con costanza e dedizione; la necessità di prepararci a saper accogliere le nostre emozioni, quali ansia e paura, e di acquisire strumenti e capacità di trasformare qualsivoglia “intoppo” che la vita ci possa mettere sulla strada, per tutelare il nostro benessere e la nostra armonia nel quotidiano.

L’Arte fa bene?

Ebbene sì, l’Arte fa bene! E questo è ormai riconosciuto e scientificamente provato. Ma come l’espressione artistica giova alla nostra salute? Scopriamolo insieme!

L’Arte ha la capacità di ispirarci e farci vedere eventi e situazioni da una prospettiva diversa. Ecco perché può essere un valido aiuto per farci prendere consapevolezza e migliorare la nostra vita, facendoci persino scoprire qualcosa di noi stessi che non conoscevamo.

L’espressione artistica ci dà la possibilità e la capacità di comunicare pensieri, idee o paure che ci risulta difficile, se non impossibile, esprimere a parole. Utilizzare l’arte nella relazione d’aiuto, quindi, attiva una forma creativa di auto-espressione, che può essere un passo importante nel cammino verso l’equilibrio e l’armonia del nostro quotidiano.

L’Arte fa bene alla salute, dunque, e i benefici che se ne ricavano nei percorsi di Art Counseling sono davvero numerosi. Qualche esempio?

Migliora le abilità comunicative: l’Arte fa bene perché favorisce l’espressione di sé e aiuta a sviluppare abilità comunicative

Aumenta l’autostima: l’Arte fa bene perché sviluppa fiducia e abilità, rendendoci protagonisti del nostro cambiamento

Migliora l’autogestione: l’Arte fa bene perché allena la capacità di concentrarsi, apprezzare l’auto-disciplina e vivere una vita sana

Migliora le abilità di risoluzione dei problemi: l’Arte fa bene perché ci abitua a cercare soluzioni differenti, aprendo la mente alla creatività e all’autonomia

Riduce lo stress: l’Arte fa bene perché aiuta a convertire l’energia negativa in abitudini positive, rendendoci capaci di far fronte agli stressanti ritmi quotidiani

Attenua i sintomi: l’Arte fa bene perché, favorendo il rilassamento e aumentando i livelli di concentrazione e consapevolezza, agisce anche sui sintomi fisici legati a blocchi emotivi e mentali

Fornisce una distrazione positiva: l’Arte fa bene perché aiuta a concentrarsi sull’azione del fare, del creare, mantenendo la mente lontana da pensieri negativi o invalidanti

Allevia i sintomi della depressione: l’Arte fa bene perché favorisce la positività e fornisce qualcosa per cui guardare avanti ogni giorno

Blocca i traumi passati: l’Arte fa bene perché, ci permette di esprimere i nostri sentimenti su eventi dolorosi ed esperienze traumatiche

E potremmo andare avanti ancora! Ma per ora ci fermiamo qui … Insomma l’Arte fa bene, fa bene perché ci restituisce il pieno potere su noi stessi, sulla nostra vita e sulle nostre scelte; perché ci fa sentire liberi e capaci di essere i veri protagonisti della nostra esistenza; perché ci rimette al centro di noi stessi e ci dona, attraverso pratiche e strumenti concreti, autonomia e piena possibilità e capacità di fare di noi stessi la nostra migliore opera d’arte!

le Parole Necessarie - 12/13 ottobre 2019 - Laboratorio

Week end all'insegna del silenzio per rigenerarci e prenderci cura di noi stessi

Condotto da Maria Chiara Signorini

   C'erano cose che volevo dirgli.

Ma sapevo che gli avrebbero fatto male.

Così le seppellii e lasciai che facessero male a me.

Jonathan Safran Foer, Molto forte, incredibilmente vicino

 Quante volte percepiamo che le nostre parole restino inascoltate oppure incomprese? E quante volte restano addirittura non dette? O ne facciamo uscire a fiumi, senza però riuscire a comunicare come vorremmo il nostro sentire; o restiamo attoniti e silenti senza riuscire a pronunciarle. In ogni caso, ci assale la frustrazione e pensiamo quella cosa mi è rimasta qui! mentre la nostra mano va istintivamente alla gola.

Che siano le parole per esprimere il nostro amore, per sfogare la nostra rabbia, per confessare la nostra paura o esternare la nostra tristezza, le parole necessarie, a volte, proprio non le troviamo!

Un week end intensivo di Counseling Teatrale di Gruppo (Teatroterapia) in cui, attingendo alle pratiche dell’arte dell’attore, ci immergeremo nel silenzio; per ascoltarlo, osservarlo, capirlo. E proprio dal silenzio faremo poi emergere le parole necessarie; quelle poche parole sedimentate nel nostro intimo, che mai riusciamo a far emergere. E scopriremo come dirle, affinché vengano sentite e comprese da noi stessi e dagli altri.

Quando: 12 e 13 ottobre 2019 - dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 14.00 alle 17.00

Dove: Via Pirandello, 2 - Milano

Info: mcs@mariachiarasignorini.it - 335-5476699

Iscrizionihttp://www.mariachiarasignorini.it/counselor/modulo-richiesta-contatto

Quota di partecipazione: € 160,00